Negli ultimi due anni l’Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale, ha avviato un piano di profonda trasformazione del patrimonio informativo e tecnologico della Pubblica Amministrazione italiana, per farlo ha acquisito risorse da contesti privati altamente innovativi e tracciato quella che dovrà essere la direzione strategica per la digitalizzazione degli enti pubblici, attraverso la pubblicazione del Piano triennale per l’informatica nella PA.
Nell’ambito di tale piano sono stati esposti in modo puntuale regole, framework e strumenti che la PA italiana dovrà seguire per rendere più efficace, efficiente ed innovativa la propria macchina amministrativa nell’ambito dell’IT.
Innovazione nella pubblica amministrazione: i servizi Cloud nella PA
Sono state declinate le regole, per le singole PA, per il mantenimento della propria infrastruttura IT o per la confluenza in un nuovo soggetto a cui è stato dato il nome di Polo Strategico Nazionale (PSN), definito come: “Soggetto titolare dell’insieme di infrastrutture IT (centralizzate o distribuite), ad alta disponibilità, di proprietà pubblica, eletto a Polo Strategico Nazionale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, e qualificato da AgID ad erogare ad altre amministrazioni, in maniera continuativa e sistematica, servizi infrastrutturali on-demand, servizi di disaster recovery e business continuity, servizi di gestione della sicurezza IT ed assistenza ai fruitori dei servizi erogati”.
Ciò ha portato a rivedere l’intera strategia per l’accesso al Cloud della PA italiana, precedentemente indirizzata verso l’uso quasi esclusivo dei servizi erogati attraverso le gare SPC Cloud diventate operative nell’anno precedente alla pubblicazione del Piano Triennale, per includere i PSN nell’alveo dei soggetti atti a erogare servizi Cloud alla PA.
Recentemente, la revisione della strategia ha fatto un ulteriore passo verso un più efficace uso del Cloud da parte degli enti pubblici, aprendo le porte ai Cloud pubblici che, a breve, potranno a loro volta certificarsi per erogare servizi alla PA.
In tal senso è stata anche data una definizione puntuale pubblicata sul sito AGID a valle di una domanda posta sul tema a giugno 2017, che chiarisce i dubbi su cosa si intenda per Cloud della PA e sulla diversa collocazione logica di SPC Cloud rispetto al passato:
“SPC CLOUD è il Community Cloud realizzato dal raggruppamento temporaneo di imprese aggiudicatario della gara Consip SPC CLOUD lotto 1.
Il CLOUD della PA rappresenta l’evoluzione del modello che si realizzerà a valle della qualificazione dei PSN (Poli Strategici Nazionali) e di altri Cloud Service Provider Pubblici – CSPP.
Quindi, per semplificare: Cloud PA = SPC Cloud + PSN + CSPP”
Quanto riportato è stato definitivamente sancito dal recente Piano gare strategiche ICT 2018 che AgID, Consip ed il Team per la Trasformazione Digitale hanno definito e reso operativo nei giorni scorsi con l’obiettivo di pubblicare: “Un “pacchetto” di 13 nuove gare per mettere a disposizione delle pubbliche amministrazioni, servizi e strumenti che consentono di facilitare l’attuazione del Piano triennale per l’informatica nella PA”.
Piano triennale per l’informatica nella PA
Il Piano reso noto è importante principalmente per due fattori:
- nel comunicato ufficiale, Consip e Agid chiariscono che il Piano stesso si aggiunge: “alle soluzioni per la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale e del Piano triennale già esistenti, ovvero: i contratti quadro SPC -Sistema Pubblico Connettività (Servizi di connettività, Servizi Cloud, Identità digitale e sicurezza, Cooperazione applicativa, Portali e servizi on line), SGI – Sistemi Gestionali Integrati”; riprendendo i concetti di equivalenza già resi noti da Agid;
- nel piano è presente una gara specifica, la numero 12, dedicata alla certificazione dei Cloud pubblici, che cita: “Servizi qualificati di Cloud Computing (IAAS/PAAS/SAAS) in un modello di Public Cloud”.
Sembra ormai chiaro che la strategia Agid sul Cloud sia volta a portare l’innovazione nella pubblica amministrazione sfruttando al meglio le peculiarità delle singole componenti di ciò che è definito come Cloud PA senza eliminare quanto predisposto in passato, ma mediandolo con la creazione di Poli di aggregazione e ottimizzazione delle risorse e integrandolo con quanto di meglio il mercato del Cloud pubblico possa offrire, starà quindi a quest’ultimo dimostrare la bontà di tale scelta, mettendo a disposizione della pubblica amministrazione italiana servizi realmente innovativi ed economicamente vantaggiosi.
Redatto da Lucia D’Adamo, in collaborazione con Pasquale Camastra, supervisionato da Marco Pirrone